PASQUALE BASILE

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La pittura moderna nell'insieme esprime una filosofia del nostro tempo: lo interroga e lo stravolge, lo incornicia e lo squaderna, con perizia, ma anche con amore, lasciandosi trasportare dai lumi del sentimento e, quindi, dall'inattualità della "scrittura" su carta o della "scultura". Basile, in qualità d'artista moderno, non sfugge a questo suo essere lì, oggi e per sempre.
Lui sa che vivere nel mondo che gli appartiene, quello della grafica e dell'incisione, dell'acquaforte e della pittura, fino alla scultura, non basta far concretamente ed "essere", lui sa, Pasquale Basile che ai nostri giorni bisogna collocarsi, ai limite del potere di comunicare, del potere di saldare arte e "conoscenze", per poter arrivare infine al centro, lo spazio cui tendono i leaders d'ogni campo.
Lui sa, l'artista di Terracina, che bisogna andare oltre gli ostacoli della quotidianità per fissare un eterno di cui impegnare la materia che tocca, per sistemare le idee di un'immagine unica, per dargli spessore nell'armonia delle forme, per dargli musica e storia, senso e sensualità. In breve, per dargli una disciplina e, perciò, la sua impronta non solo artistica, ma anche filisofica.
Basile parte da una sua chiave di lettura nel mondo per arrivare a prporci un bronzo che ci dà l'idea di ciò che in quel preciso momento una cosa. E mentre quella cosa è, già nello stesso bronzo si vede ciò che potrebbe essere o avrebbe potuto divenire. In questo l'opera di Basile è unica.
In questo senso Pasquale Basile è un Basile, come ci dice giustamente Vitoux.
Ed è un Basile quello che interpreta l'ideologia della "vespa" Piaggio: una "vespa" che sembra nascere dalla preistoria, che si staglia nel presente, ma è già proiettata verso il futuro.
Sono le tre dimensioni di Basile, una sua costante. La sua filosofia.
E le donne disegnate, scolpite, acquarellate? Ciò che sono lo sappiamo, è scontato. Ma ciò che vorrebbero essere? Oppure le maschere che le donne sanno utilizzare per non svelare i loro doni misteriosi? Basile è forse "unico" a svelarci questi misteri, pur lasciando al linguaggio del corpo femminile una grammatica complessa. Per queste ragioni Basile è un appartato, vive nel suo isolamento, tuffato nel suo lavoro. E' un solitario che indaga, osserva, ricerca, analizza e ascolta.
Ed è fuori dai circoli e dalle chiese della critica d'arte. Lui preferisce la storia, gli amici scrittori, i letterati, i poeti, gli intellettuali e i pescatori di pesce.
Sarà per questo che il presente catalogo è affidato alla scrittura di coloro che, come i buoni pescatori, sanno andare nel fondo come alla superficie del mare per trovare ciò che cercano: la verità.

Roma 1997

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